A Cup of Literature

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Ogni giorno mi capita di interrogarmi sulle mie scelte, sia riguardo i piccoli aspetti della vita quotidiana che sulla mia decisione di intraprendere un percorso di studi di tipo letterario.
Nel corso degli anni decine di sconosciuti e di amici mi hanno chiesto “Perché proprio letteratura?” ed io ogni volta rimanevo a bocca aperta, cercando di studiare una risposta che potesse riscattare l’idea di letteratura nella mente di chi mi aveva posto quella stessa domanda con aria perplessa, come se non vedesse il senso di una vita passata a leggere e studiare storie. Ogni volta che non riuscivo a convincere il mio interlocutore della bellezza della mia scelta iniziavo a pensare a mia volta che non ne valesse effettivamente la pena, e mi sentivo persa, incompresa.
È sempre più difficile trovare il senso di una scelta come la mia in un mondo che apparentemente viene governato dal Dio Denaro, dove se ciò che si studia non porta ad un utile pratico viene visto come una perdita di tempo, un capriccio.

Ora però ho capito.
Ho capito che ogni essere umano è un microcosmo all’interno di un macrocosmo e questo grazie alla scienza, ho capito che nella vita la moltiplicazione di un numero per zero darà sempre zero grazie alla matematica. Ho capito che chi non studia la storia è destinato a ripeterla e che ogni paese ha dei confini reali ed immaginari.
Ho capito molte cose che di per sé sono interessanti, ma è solo grazie alla letteratura che sono in grado di applicarle a qualcosa di più grande del semplice insieme di enunciati di una disciplina.
Solo la letteratura mi ha insegnato che la scienza, la matematica, la storia e tutto il resto sono collegate dal filo invisibile della sensibilità umana.
Esistono esseri umani, persone come me, come voi, che hanno capito come collegare tutto ciò che ci circonda. Allo scienziato le provette e i microscopi, allo scrittore la penna e le figure retoriche.
La letteratura viene vista come una perdita di tempo solo da coloro che non riescono ad andare al di là della sua definizione elementare, e che la immaginano come una stanza figurata piena di tomi impolverati senza alcun fine pratico.
Io però so che è molto più di questo.
La letteratura vive in ognuno di noi, è come l’aria, impossibile da evitare. Questo perché la concezione di letteratura si applica sì ad un livello globale come insieme di opere scritte ma anche ad un livello intimo proprio di ogni individuo: tutti i libri che leggiamo o che ci vengono letti ci cambiano, ci insegnano qualcosa, ci ammoniscono o ci incuriosiscono.
Tutto ciò che leggiamo ci cambia, e tutto ciò che siamo cambia ciò che leggiamo.
Lo scrittore legherà sempre la sua opera alla vita e all’umanità, quindi l’insieme dei nostri piccoli e grandi gesti non è altro che il riflesso di una pagina scritta in un libro nascosto da qualche parte nel mondo, e tutto ciò che leggiamo è la proiezione su carta dei gesti di un uomo realmente esistito.
Chi legge poi non si sentirà mai solo, perché i sentimenti e le emozioni descritte cinquecento anni fa sono gli stessi che vengono provati oggi, perché il tempo cambia gli usi e i costumi ma non ciò che ci rende umani.
La letteratura non è dunque fine a sé stessa: è vita su carta.

Dunque quando qualcuno chiede perché studio letteratura non è pienamente cosciente di ciò che significa realmente il termine, perché di fatto io studio la vita e i suoi sviluppi, l’uomo e i suoi capricci.
Ciò può essere nascosto da una visione onirica, racchiuso in un simbolo o posto a mo’ di esperimento scientifico: per questo è necessario leggere e continuare a leggere per tutta la vita, per imparare a decriptare e a captare ciò che l’autore ha seminato tra le pagine bianche della sua opera.
Studiare la vita stessa non può essere una perdita di tempo.

Tuttavia, in una società come la nostra dove le arti e le discipline umanistiche sono sempre meno valorizzate, ci vuole coraggio per intraprendere un percorso di studi di questo tipo.
Voglio quindi indirizzare questi miei pensieri sparsi a chi nella vita ha avuto il coraggio di rischiare, a chi sa già che sarà difficile e che ha voluto provarci comunque.
Ognuno di noi ha dentro di sé una vocazione e questa non va respinta: non abbiate paura di rischiare, di seguire il vostro istinto. Non abbiate paura di essere sottovalutati e sappiate che ogni pagina vi avvicina di un piccolo passo all’ennesima rivelazione sulla Natura Umana e vi aiuterà a comprendere meglio ciò che vi circonda.
Non esisterà una disciplina migliore delle altre, fino a quando esisteranno persone in grado di compiere le proprie scelte in modo autonomo e senza farsi fermare dalla paura di non essere abbastanza per qualcun’altro.

“What an astonishing thing a book is. It’s a flat object made from a tree with flexible parts on which are imprinted lots of funny dark squiggles. But one glance at it and you’re inside the mind of another person, maybe somebody dead for thousands of years. Across the millennia, an author is speaking clearly and silently inside your head, directly to you. Writing is perhaps the greatest of human inventions, binding together people who never knew each other, citizens of distant epochs. Books break the shackles of time. A book is proof that humans are capable of working magic.”

Martina Nati

8 pensieri riguardo “A Cup of Literature

  1. Mi sono commossa. Mi hai fatto riflettere moltissimo. Le tue parole sono come il polline che vola e dove si appoggia fa nascere altre piante, fa fiorire altri colori… Grazie e continua a scrivere e a leggere. I sogni vanno diffusi così non finiscono mai…

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